
Non abbiamo mai fatto dei lavori organici, ogni anno cerchiamo di sistemare un pezzo e migliorarne il terreno, arricchendolo con il compost autoprodotto e alleggerendolo con la sabbia visto che è molto pesante e argilloso. L’aratura manuale, per piccole dimensioni, è, a mio avviso, mooolto meglio della psicoterapia ed ottima per rafforzare le braccine.

Quest’anno dovevamo provarci! Niente piantine da vivaio! Abbiamo seminato in vasetti e li abbiamo tenuti in una sorta di mini serra al calduccio e alla luce. Ottimo considerato quanto ci ha impiegato la primavera ad arrivare.

Quando i semi sono germogliati, le piantine cominciavano ad essere robuste e la temperatura lo ha permesso, abbiamo portato all’aperto i vasetti… avendo cura di proteggerli dai ripetuti diluvi di questa primavera.

Lo spazio non ci manca, ma il tempo e le attrezzature sì, per cui abbiamo optato per una sorta di “orto diffuso”, sfruttando angoli diversi e vecchie cisterne per l’acqua.

Da ascoltatori assidui di Caterpillar non potevamo non partecipare all’operazione “Orto per Mille”. http://caterpillar.blog.rai.it/

Piccolo balzo indietro: preparazione dell’orto.
Abbiamo tanto pensato ad impianti di irrigazione costruiti a partire da materiale di recupero, ma è (come al solito) mancato il tempo per realizzarli… Ciò che il consorte è riuscito a fare è stato recuperare una vecchia cisterna per il vino a cui ha sistemato un rubinetto a più uscite. La riempiamo con l’acqua piovana recuperata in un pozzo.

Ancora fagioli magici